25 aprile senza sciame

Per quel che mi riguarda vorrei fossero abolite tutte le feste commemorative. Do credito a Byung-chul Han (Nello sciame, Nottetempo 2016) che ritiene il tempo dell’era digitale un tempo congelato in cui

sono cancellati tanto il divenire quanto l’invecchiare

luogo dello psicopotere che riduce la libertà stessa a schiavitù della prestazione.

In questo contesto culturale onnipervasivo avviene che inevitabilmente tutte le vecchie forme di attestazione – o meglio, a mio avviso ciò riguarda le forme di attestazione moderna – perdano la propria efficacia. Di più, esse non possono evitare di divenire pedine nelle mani del Potere digitale.

L’esito è che, mentre urliamo in memoria della Liberazione, in realtà non facciamo che alimentare le strutture di controllo della rete, le quali ci permettono volentieri di discorrere sulle dittature passate, a patto di non vedere le dittature presenti.

Io dunque quest’oggi il 25 mi limito a festeggiare san Marco proto-Evangelista, uno che contro il potere si giocò fino al martirio della carne e del sangue, non senza aver prima annunciato l’unico evento di liberazione che, essendo sovra-temporale seppur avvenuto nella storia, ha forse qualche possibilità in più di divincolarsi dalla morsa delle potenze dell’aria.