Quale posto per i cattolici nella Chiesa?

Cosa c’è di peggio dell’uso talismanico di termini teologico-pastorali fatto dai Pastori negli ultimi anni? Semplice, l’uso talismanico di Concili e Sinodi.

Con altri termini l’allora card. Ratzinger accusava l’ideazione di un ‘super-Concilio’, cioè la tendenza a caricare il 21° Concilio della Chiesa di una sorta di super-potere che lo rendesse più forte dei 20 che lo avevano preceduto.

L’operazione è mediatica, non teologica, ma resta il fatto che in tempo di media tale operazione ha prevalso. Nella Chiesa la coscienza della Tradizione scema, mentre le mode degli ultimi decenni trionfano.

Il Sinodo sui Giovani, appena conclusosi, patisce lo stesso dinamismo. Sempre più raffinato. Eccone la prova.

Aveva fatto discutere l’inserzione dell’acronimo LGBT nel documento pre-sinodale, al punto che esso risulta scomparso nella relazione conclusiva. del resto poco importa cosa abbia davvero detto il Sinodo o cosa dirà il Pontefice nella Esortazione Apostolica che probabilmente ne deriverà. Per i Vescovi il Sinodo è evidentemente solo una scusante per sondare nuovi temi di trasgressione, sui quali procedere con o senza il placet della Chiesa universale.

Ne è prova l’iniziativa delle Diocesi lombarde, che per il secondo anno consecutivo convocheranno a Caravaggio un tavolo di dialogo per ‘cattolici LGBT’.

La Propaganda è partita ben prima del Sinodo, a conferma che questo è solo una scusa per promuovere progetti elaborati su ben altri tavoli. Si tratta dunque di un evento parallelo o alternativo all’assise vaticana? Sembra di no, infatti a Caravaggio interverranno anche i giovani uditori ospitati al Sinodo romano.

Il dialogo tra Diocesi lombarde e LGBT cattolici è dunque fatto proprio in nome del Sinodo (ci sono gli uditori), prescindendo dagli esiti del Sinodo (si parla di LGBT).

La Pastorale talismanica, ecco l’ultimo ritrovato del diavolo per affondare la Chiesa. La organizzazione cioè di eventi che in sé non interessano, ma che fungono da motori di nuove dinamiche intra-ecclesiali.

Quanto ai contenuti che ci attendono a Caravaggio, un paio di accenni.

Anzitutto qualcuno mi spiegherà cosa significhi la sigla ‘LGBT cattolici’. A casa mia LGBT indica i movimenti gender, realtà ispirate a una visione nichilista e post-strutturalista del mondo, antitetica e incompatibile con la proposta cristiana. Non si parla insomma di omosessuali in ricerca di Gesù, ma di ben altro. A questo punto mi attendo che i vescovi dialoghino anche con gli ‘scafisti cattolici’, uomini che cercano un porto cui approdare nel proprio cammino di fede. Facezie a parte, non si capisce con che intenzione le Diocesi sposino il linguaggio nichilista: perché hanno disertato la Verità di Cristo o perché credono così di risultare più comprensibili ai loro interlocutori?

Dalla presentazione appare poi che tra gli obiettivi del Tavolo di dialogo c’è quello di mettere in contatto tra loro i LGBT cattolici quasi a costituirli in rete (fonte). Siccome tra loro non riescono a coordinarsi, li aiutiamo noi nell’intento. La Chiesa dunque opera per rafforzare le strutture di peccato?

E questo scempio vanno a farlo sotto il manto della Madonna, vergine.

Se questo è ciò che rimane di un Sinodo e della gioventù cattolica e della collegialità episcopale, siamo veramente al nulla.

Poste vaticane: le commissariamo?

Apparso su Campari & de Maistre

Inizio a credere che il problema del Pontificato attuale sia solo un problema di poste, ne convenite?  Ho raccolto tre indizi e quindi ne ho la prova.

Il primo indizio è la quantità crescente di lettere che vengono spedite al Santo Padre, ma dopo mesi ancora non arrivano alla meta, costringendo così gli autori a rendere pubbliche le dichiarazioni delle missive: si tratti dei Dubia cardinalizi, della correctio filialis o di altri interventi di singoli teologi, quali l’ultimo del padre Thomas G. Weinandy, O.F.M (che pare sia stato costretto dal suo Vescovo a dimettersi da membro della commissione teologica internazionale). Firmata e imbustata nella memoria di S. Ignazio di Loyola, la confessio del cappuccino fino ad oggi non è riuscita a raggiungere le scrivanie pontifice – come altrimenti spiegarsi l’assenza di risposte, almeno in nome del bon ton? – e allora ecco che il teologo pur di farsi sentire è costretto a pubblicare le proprie riflessioni.

Il secondo indizio è il fatto che il Papa sia costretto a ricorrere alla Nuova Bussola Quotidiana per far avere il suo parere, nella fattispecie sto pensando alla correctio paternalis mossa al card. Sarah. Ma davvero un bravo corriere o un telefono – nei primi anni di pontificato devono averli consumati tutti – non è riuscito ad assolvere il delicato compito di raggiungere gli appartamenti cardinalizi? E sì che si lamentano tutti che ‘sti appartamenti siano pure belli grossi!

Il terzo indizio è il conio del francobollo Vaticano commemorativo della riforma luterana: Lutero e Melantone inginocchiati ai piedi del crocifisso. Non mi è chiaro chi farebbe la parte di Maria e chi di san Giovanni, ma tanto cambia, ormai uno si sceglie il sesso che vuole, per cui non mi scandalizzerei se Lutero stesso, poni caso, venisse proclamato donna ed elevato a culti specifici. In ogni caso, posto che il luteranesimo è definitivamente condannato da Trento, è ovvio che il nuovo francobollo non rispecchia la visione cattolica, ne consegue che qualcosa lì nelle Poste vaticane è andato storto.

E nell’attesa che i postini vaticani si ravvedano, restiamo con le parole di padre Weinandy: “Mi sono spesso chiesto: “Perché Gesù ha lasciato che tutto questo accada?” L’unica risposta che mi viene in mente è che Gesù vuole manifestare proprio quanto debole sia la fede di molti all’interno della Chiesa, anche fra troppi dei suoi vescovi. Ironia della sorte, il suo pontificato ha dato a coloro che sostengono punti di vista teologici e pastorali rovinosi la licenza e la sicurezza di uscire in piena luce e di esibire la loro oscurità precedentemente nascosta. Nel riconoscere questa oscurità, la Chiesa umilmente sentirà il bisogno di rinnovare se stessa e così continuare a crescere in santità”.

Satiricus su ‘Benoit et moi’

Cher Monsieur,

Mes félicitations pour l’article lucide et courageux de Satiricus : « Francesco fase B. Ma lo stile è quelle del Vaticano II ». Il est diffusé en français par le site « Benoît et moi ». Il est bien vrai que François n’est que l’achèvement de Vatican II (de ce qui en Vatican II est ouverture au monde moderne).

Con queste parole si apre la lettera di ringraziamento e commento all’articolo che ho pubblicato su Campari: Francesco fase B.

Ringrazio a mia volta per l’attenzione e mi dico onorato di essere stato ripreso su Benoit et moi.

Sedotto dalla liturgia vetus ordo

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Mi resta sempre il sospetto che a guidarmi sia un problema di estetismo – no, non anticipatemi, quando dico estetismo, lo dico in riferimento alla bellezza di cui sotto -, ma può essere che non sia così, forse è solo una questione di liturgia e basta. Quella che fai senza pensare né alla dottrina né all’etica né all’assistenzialismo né ai mutamenti storici – checché tutto questo e anche di più sia contenuto in essa.

Fatto sta che l’orgia massonica inscenata da Kubrick mi risulta più educativa – in termini di Spirito della Liturgia – dell’intero blog di, poniamo, Matias Augé

Anzitutto separata e assoluta: un’organismo che vive in sé e di sé.

Poi con il minor numero di parole possibili. Poche e incomprensibili, eppure tutti capiscono l’essenziale.

Musica, odori, movenze, paramenti, gesti, ruoli e finanche l’organista elettrificato che riesce laddove 40 anni di chitarra acustica hanno fallito.

Separata, sì, ma non distaccata o disincarnata: dalla grevità del rito dipende la scelta di vita successiva. Orgiastica, ovviamente, del resto si tratta di una liturgia circolare (come brama Kiko Arguello) e femminina (come brama la Scaraffia).

E poi non nego che ci sia quel piglio snob da circolo eletto che decide delle sorti del mondo, però almeno nel consesso massone la cosa è da statuto iniziatico, mentre sul blog di Augé i commentatori aggressivi e saccenti che si scatenano contro i maiali (in senso orwelliano) che non la pensano come loro (leggi: Benedetto XVI)… da chi avrebbero ricevuto la coccardina di Maestro Liturgo? 

Boh.