Col tempo, la giurisdizione venne estesa anche alle streghe: i processi contro queste disgraziate, riconosciuti ufficialmente da Innocenzo VIII nella Summis desiderantes, di cui si è fatto già cenno, continuarono fino al Settecento, con punte massime tra la fine del Cinquecento e la prima parte del Seicento e si moltiplicarono soprattutto nell’Europa centrosettentrionale, dove le vittime superarono varie centinaia di migliaia, non mancarono in Francia e in Inghilterra, colpita dal fenomeno relativamente tardi. Questi processi anche a Nord delle Alpi non erano però di competenza dell’inquisizione, ma della giustizia secolare. L’alto numero delle vittime fu dovuto anche all’uso della tortura che portava a confessioni estorte con la violenza, e ad accuse di innocenti. L’inquisizione spagnola e quella pontificia si mostrarono più ragionevoli… Spagna e Italia rimasero relativamente immuni dal fenomeno (le 83 streghe arse vive nel 1583 per ordine inesorabile di Carlo Borromeo, furono giustiziate a Roveredo, nei Grigioni, Svizzera meridionale, non lungi da Bellinzona, non in Italia). (161)
G. Martina, Storia della Chiesa, Morcelliana, Brescia 20064